
I Primati di Bologna: il "Liber Paradisus"
Questo deve essere un vanto per Bologna. Peccato che i più non lo sanno ...
Tutti sanno che nel medioevo c'era una forma di schiavitù nota come servitù della gleba. I servi erano posseduti, nel vero senso della parola, dalle famiglie gentilizie. Servi si nasceva, nessun diritto civile, e servi si moriva.
Bologna, all'inizio della seconda metà del sec. XIII°, stava vivendo il suo periodo migliore: era tra le prime 4, 5 città d'Europa, per ricchezza, cultura e numero degli abitanti; il comune aveva sconfitto nel 1249 Federico II e catturato il figlio Enzo, re di Sardegna; nella città serpeggiava il sentimento guelfo anti imperiale e avverso alla nobiltà (i nobili venivano chiamati "Lupi rapaci" dai guelfi governanti). I tempi erano maturi per un grande atto: la liberazione dei servi. Il 26 giugno 1256 il comune decide la liberazione di tutti i servi, riscattandoli dai rispettivi padroni: l'elenco dei servi è contenuto in un atto (il Liber Paradisus) del 1257. Il comune così paga ai padroni dei servi 10 lire per i maggiori di 14 anni e 8 lire per gli altri, udite udite, parificando i sessi! Vengono liberati complessivamente 5855 servi che diventano liberi cittadini, e che vengono iscritti nei libri degli estimi (che vuol dire: liberi sì, ma cominciano a pagare le tasse!). I padroni pagati dal comune sono 379. Per gli amanti delle statistiche diremo anche che i maggiori di 14 anni furono 2987 ed i minori 2768.
Poi vennero gli altri comuni italiani, e progressivamente tutto il mondo occidentale abolì la schiavitù.
Ma tutto è partito a Bologna il 26 giugno 1256.